Studio e intelligenza filtrati
Sono settimane impegnative, sia dal punto di vista lavorativo che personale. Gli appuntamenti e le cose da fare si sono improvvisamente moltiplicati e, non si sa come, mi sono ritrovata invitata a tre lauree di fila.
Scrivo questa newsletter qualche giorno prima di partire per la seconda, perché si terrà a Napoli e se non altro mi permetterà di fare una mini-vacanza con alcuni amici.
Lo scorso weekend invece ho partecipato alla prima e ho avuto conferma di qualcosa che mi era già stato anticipato: sono stata citata nella tesi.
A proposito di università, qual è la più antica di Tokyo?
a. Università Waseda
b. Università Keio
c. Università di Tokyo
d. Università Rikkyo
Da un’approssimazione alla perdita di senso totale, il passo è più breve di quanto crediamo
La mia amica Laura non si aspetta di essere citata a sua volta, ma mi sembra giusto darle questo piccolo spazio di riconoscimento, visto che è stata mia collaboratrice qualche anno fa e ha fatto un paio di comparse anche in Japan Wildlife (magari qualcuno di voi che ha ascoltato tutti gli episodi - so che ci siete - potrebbe ricordarsi di lei).
La sua tesi riprende giusto qualche frase di due miei vecchissimi articoli, poiché utili ovviamente allo scopo della sua dissertazione e nulla di più. Tuttavia la cosa mi ha resa orgogliosa ma anche imbarazzata.
Mi spiego: ovviamente in primis sono felice per il suo traguardo, sofferto anche più di quanto è toccato a me; e attraverso il suo percorso inaspettatamente ho ricevuto un riconoscimento di stima per il lavoro che ho svolto in passato. Un lavoro che, però, rileggendolo, per me presenta lacune e forse anche qualche superficialità.
Riconosco che sono passati anni, quindi anche il mio occhio critico si è accentuato e infatti pretendo qualità da quel che consumo e noto molto più facilmente ciò che viene trascurato, soprattutto quando si creano o si consumano contenuti per social e web sul Giappone. Ne guardo e leggo parecchi da tanti anni e se da questi sicuramente ho appreso e apprendo molte cose sul Giappone, allo stesso tempo oggi è pieno zeppo di roba… quantomeno opinabile.
Qualche settimana fa mi è capitato questo articolo: 15 Ways To Improve Your Life, Japanese Style. Vi giuro che non solo non aggiunge nulla di utile a quanto potreste già trovare online con titoli simili sul larghissimo tema della crescita e del miglioramento personale, ma l’autore lo fa usando termini giapponesi il cui significato viene in un certo senso “occidentalizzato”.
Per citare un paio di punti dell’articolo, ad esempio, ho l’impressione che con questa frase: “Public bathing is also big in Japan, which is why you’ll find so many onsen, or hot springs, across the country”, si confondano tra loro i sentō, cioè i bagni pubblici a pagamento, e le onsen, le stazioni termali, che differiscono per alcune peculiarità tra cui l’acqua utilizzata o anche solo il fatto che le onsen possano trovarsi all’aperto, mentre i sentō sono sicuramente dei locali chiusi (vi immaginate il bagno pubblico, non so, ad Asakusa, che dà direttamente sulla strada di fronte al Sensō-ji, per ammirarlo con le grazie al vento?).
Un altro punto dell’elenco fa uso della parola otaku in modo veramente semplicistico.
Riguardo quest’ultima, vi voglio rimandare all’episodio con cui ho aperto il 2025 di Japan Wildlife, in cui ho avuto modo di chiacchierare col Prof. Pellitteri circa l’animazione giapponese e gli otaku, protagonisti del saggio postmodernista di Hiroki Azuma.
E già solo la lettura di questo saggio (non facile, siete già stati avvertiti) dovrebbe spingere a riflettere sull’uso di questa parola: davvero voglio identificarmi in quello che Azuma definisce un “animale accumuladati”?
Anche il termine ikigai ha subito una semplificazione romanticizzata e, oserei dire, orientalista del proprio significato, che ne ha ridotto il valore culturale letteralmente a un diagramma di Venn. Sono sicura lo avrete visto almeno una volta e che vi sia piaciuto tantissimi, ma siamo sicuri, per dirne una molto banale, che l’ikigai debba essere per forza qualcosa che amiamo fare, ok, ma anche per cui essere pagati? Come si può pensare di prendere una parola di questo tipo, con la sua filosofia e cultura, e asservirla così facilmente al sistema capitalistico?
L’articolo in questione risaliva al 2023 ed è stato modificato recentemente: da una lista di 33 punti ora ne conta solo 15, ma ciò non significa sia migliorato. Anzi, probabilmente l’obiettivo era solo ottimizzarlo per la ricerca su Google e non tanto nei suoi contenuti. Vi ho lasciato i link di entrambe le versioni, così potete farvi un’idea, però insomma, si trattava di un contenuto che forse non aveva davvero uno scopo così alto come evidentemente mi aspettavo.
Ma una forma di “leggerezza” ben peggiore l’abbiamo potuta constatare negli ultimi giorni con la diffusione massiccia di immagini “Ghiblizzate” da ChatGPT. Premetto che io stessa uso questa e altre IA, principalmente per ottenere idee e informazioni che mi sblocchino da uno stallo creativo, dunque sono consapevole delle mie stesse contraddizioni, dato che tutte le IA funzionano allo stesso modo, ovvero venendo istruite anche grazie a lavori frutto dell’intelletto altrui.
I risultati di questo prompt, che peraltro si poteva usare solo con la versione a pagamento di ChatGPT, sono immagini il cui stile è facilmente riconducibile a quello che contraddistingue i film di Hayao Miyazaki (in realtà molto più stratificato di così e per niente riducibile alla sua sola estetica). Per via della mia premessa, potrei anche non “condannare” chi tra i miei contatti o lettori ha provato a modificare le proprie foto.
Ulteriore addendo: Miyazaki non ha mai detto esplicitamente che “l’IA è un affronto alla vita”, come si legge in giro. La scena è stata estrapolata dal suo contesto nel documentario Never-Ending Man: Hayao Miyazaki e “l’affronto alla vita” è quello che le immagini mostrategli da un team di sviluppatori gli hanno suscitato, poiché gli hanno ricordato un amico disabile. Vi consiglio di guardarlo per intero e di prestare attenzione sulla questione dal minuto 57.30 circa, su Prime Video. Ma se avete visto almeno due o tre film del maestro, penso vi siano già chiare le sue posizioni su temi quali la guerra, l’ambiente e le future generazioni.
Recupera questo episodio se vuoi guardarne altri per capire meglio l’estetica, la storia, la filosofia e molto altro dietro i film dello Studio Ghibli
L’uso che facciamo delle IA dovrebbe quindi almeno farci riflettere, specialmente quando tutto ciò viene completamente ignorato e porta a immagini raccapriccianti e grottesche come quella condivisa dall’account social della Casa Bianca o, forse ancor più disgustoso, da quello delle Forze di Difesa Israeliane che “hanno pensato di approfittare anche loro del Ghibli trend” (🤮). E il partito a capo del nostro governo a seguire, ovviamente. Il che è esilarante (NB: si ride per non piangere) se pensiamo che tra poche settimane festeggeremo la Liberazione dal nazifascismo e certamente molti di noi condivideranno la famosa citazione di Porco Rosso.
Io penso ci sia modo di sfruttare queste tecnologie in modo accettabile. A loro volta nascono perché qualcuno studia e scrive i loro algoritmi, i loro codici e tutto il resto e per me non c’è nulla più umano dell’applicazione della nostra intelligenza. Penso l’IA possa essere uno strumento che può fare la differenza specialmente in ambiti come quello medico, ma forse non ci stiamo davvero rendendo conto - a causa del suo sviluppo estremamente repentino - che non si tratta di un giocattolo ma di qualcosa di serio che, senza regolamentazione, sta già minando diritti, informazione, creatività e l’intelligenza stessa. E questo “filtro Ghibli” ne è la dimostrazione sotto tutti gli aspetti.
Aggiornamenti
Tanto per cominciare, segnalo che ha appena aperto a Treviso una mostra su Hokusai, HOKUSAI - L'acqua e il SEGRETO della grande onda: dal 29 marzo al 28 settembre sono esposte al Museo Civico Luigi Bailo 150 opere del maestro ukiyo-e. Sicuramente andrò a visitarla!
Sto leggendo…
Shōjo Bunka. La cultura delle ragazze in Giappone dalla riforma scolastica del 1872 al Salone di Ōizumi di Ludovica Morrone
Per Società Editrice La Torre, Ludovica Morrone illustra la nascita e lo sviluppo di una vera e propria cultura generazionale, nata durante il periodo Meiji e arrivata al suo massimo splendore negli anni Settanta. Istruzione, moda, identità individuale e intrattenimento sono gli elementi che, con la loro collisione, hanno permesso un percorso di emancipazione femminile significativo.
Non manca molto per parlarne direttamente con l’autrice qui su Japan Wildlife.


Sto guardando…
The Eminence in Shadow
Il corrispettivo manga è pubblicato in Italia da Magic Press e narra le vicende di un ragazzo che, morto investito, si reincarna in un mondo fantastico in cui capisce di poter finalmente realizzare il proprio sogno: diventare “l’eminenza grigia”, una figura capace di esercitare il proprio potere nell’ombra.
Inventandosi una storia su un Culto nemico e la propria organizzazione segreta, chiamata Shadow Garden, cresce nella sua nuova famiglia e intanto raduna segretamente attorno a sé coloro che lo aiuteranno nel suo obiettivo. Nonostante fosse tutto frutto della sua fantasia, ciò che racconta effettivamente si avvera sempre, mentre lui continua a vivere il tutto come fosse un’illusione e una specie di gioco di ruolo, ignorando di essere davvero coinvolto in una lotta sanguinaria per il potere.
Da tanto ignoravo il genere isekai, perché ce ne sono troppi e sembra ci sia una gara a quale sia la premessa più assurda, ma per dare un po’ di soddisfazione a un amico l’ho cominciato. Devo ancora capire se mi piace o meno però…
Nel frattempo sto anche giocando a The Great Ace Attorney Chronicles: Ace Attorney è una serie di videogiochi sviluppata da Capcom di tipo narrativo, che ci porta nel bel mezzo di indagini e processi per dimostrare l’innocenza dell’accusato. Il protagonista principale è Phoenix Wright (Ryuichi Naruhodo in giapponese) ma in questa serie che sto giocando si scoprono le origini della sua vocazione di avvocato facendo la conoscenza del suo antenato Ryunosuke, vissuto nel periodo Meiji.
Prima di dibattere un caso, si parla con i testimoni, si esamino indizi e luogo del crimine e si deducono man mano movente e colpevole. Iconico l’urlo "OBIEZIONE!" cacciato numerose volte durante il processo.
Soluzione Quiz
La risposta corretta è la B, Università Keio. Ha ottenuto lo status di università nel senso che intendiamo oggi nel 1920, ma esiste come istituto già dal 1858, perciò la sua fondazione risale alla fine del periodo Edo! Tantissimi suoi alumni sono diventati ministri di governo, governatori o figure importanti.
Io e le mie ossessioni
Oggi due canali YouTube che di tanto in tanto visito, uno per relax e l’altro per farmi quattro risate:
EnlargedKai: sono sicura qualcuno di voi, come me, abbia provato a immaginare come sarebbe vivere davvero in un mondo popolato dai Pokemon. Qui trovate qualche documentario su alcune specie di Pokemon, davvero interessanti e soprattutto animati benissimo.
Shippiddge: ma se invece gli starter decidessero di ribellarsi e fuggire dal proprio allenatore? In questa serie seguiamo le avventure di un Charmander dispotico, uno Squirtle un po’ sbruffone e un Bulbasaur dolcino e innocente #mustprotect. La realizzazione degli episodi richiede parecchio tempo (tant’è che pare ne manchino due ma questa informazione risale già a 2 anni fa), però potete godervi i 10 già usciti, per un’ora e mezza di unhinged chaos.
Parleremo ancora di intelligenza artificiale su questi schermi e penso che la prossima occasione non sarà poi troppo lontana.
Nel frattempo, continuano i miei preparativi per la puntata numero 100: se hai domande da pormi o tematiche imprescindibili che secondo te dovrei trattare parlando di manga a ragazzi, genitori, professori, librai e bibliotecari, puoi scrivermi su Instagram, rispondere a questa mail o lasciare un commento su Substack. Ogni idea mi sarà utile per offrire una prospettiva completa e far capire che il manga come medium merita il suo posto nelle librerie, nelle scuole e nella formazione personale.

Se sei qui…
…è perché ti sei iscrittə a Tanuki Monogatari tramite il Substack di Japan Wildlife, oppure perché ti è stata inoltrata questa mail.
Tanuki Monogatari è per te che sei interessatə al Giappone, sì, ma non in modo superficiale: ti piacciono i collegamenti che si possono creare tra un argomento e l’altro, partendo da una tua passione, per poi scoprire cose nuove e arricchire il tuo bagaglio di conoscenze ed espandere i tuoi orizzonti.
Se conosci qualcunə che ama leggere e nutrirsi di idee, informazioni e riflessioni, potresti prendere in considerazione l’idea di consigliare l’iscrizione a Tanuki Monogatari, la newsletter del podcast Japan Wildlife, così da non perdere le prossime puntate e avere un amico tanuki che viene a trovarti ogni settimana.
Se vuoi sostenere ancor più concretamente il lavoro per Japan Wildlife, puoi lasciare una donazione su Ko-Fi
I nostri sponsor:
Dirim: https://www.dirim.it/
Granduomo: https://www.granduomocatania.it/
Sinfonia del gusto: https://www.sinfoniadelgustoroma.it/
Per suggerimenti e segnalazioni scrivi a alessia.trombini@staynerd.com